41 Distruzioni
Let op: deze website is momenteel onder constructie. Helaas zullen hierdoor niet alle pagina's naar behoren functioneren. Onze excuses voor het ongemak!
Già nel primo giorno di guerra, il 10 maggio 1940, Nimega sperimentò tutta la forza distruttrice della guerra. Subito dopo l’arrivo dei tedeschi, infatti, il genio militare olandese – nel tentativo di rallentare l’avanzata dell’esercito tedesco – fece saltare ponti e viadotti, fra cui il nuovissimo ponte Waalbrug inaugurato appena quattro anni prima. Più tardi, verso la fine dell’occupazione, Nimega fu scossa di nuovo dalla cruda violenza della guerra. In un pomeriggio soleggiato del 22 febbraio 1944, la città subì un massiccio bombardamento da parte di aerei americani che, di ritorno da una missione non portata a termine in Germania e alla ricerca di un obiettivo occasionale, sganciarono il loro carico micidiale sul centro di Nimega che fu quasi raso al suolo. Le bombe colpirono un’ampia zona centrale, dal Valkhof a est fino all’area della stazione ferroviaria a ovest. Il ‘bombardamento per errore’ costò la vita a quasi 800 civili. E come se la devastazione della città e le 800 vittime non bastassero, i tedeschi e il movimento nazional-socialista (NSB), approfittando del disorientamento della popolazione, colsero l'occasione per sottolineare nella propaganda le colpe degli alleati e non le loro. Sette mesi dopo, in settembre, sattò l’operazione Market Garden degli alleati. Per giorni infuriarono aspri combattimenti fuori e dentro la città, mentre la 82ma Divisione Aviotrasportata al comando del generale James Gavin cercava di conquistare il ponte Waalbrug (ormai già riparato). Nel frattempo, però, alcuni membri della gioventù hitleriana e gruppetti di soldati tedeschi avevano dato fuoco agli edifici rimasti indenni dal bombardamento e a intere strade. Il 20 settembre la città era in mano agli alleati, ma per Nimega la guerra era tutt’altro che finita. Nei mesi seguenti la città rimase impegnata in prima linea. Dal Betuwe e dal Rijkswald i tedeschi continuarono ad attaccare la città con fuoco di granate fino a febbraio. Gli attacchi costarono la vita ad altre 800 persone. I cittadini, soprattutto quelli residenti nella parte est di Nimega, furono costretti a cercare riparo nei rifugi e nei sotterranei di scuole e conventi cattolici. Si vissero momenti di angoscia ma anche di gioia, e i rifugi divennero luoghi pregni di intense esperienze umane.
Oltre 2200 cittadini di Nimega non sopravvissero alla guerra; 10.000 furono i feriti di cui 5500 invalidi permanenti. 13.000 abitazioni furono più o meno gravemente danneggiate e quasi un quarto (5000) fu distrutto. La carenza di alloggi era enorme, erano 12.000 i senza tetto e 3000 gli sfollati dalle zone limitrofe alla città.1944